giovedì 24 marzo 2016

Istogramma in Visual Basic

Spesso, dopo aver eseguito un’analisi dei dati è importante avere una loro rappresentazione grafica per interpretare meglio i risultati ottenuti. Implementiamo un codice in VB NET per creare un istogramma su un insieme di dati forniti a priori: sull’asse delle ascisse mettiamo le modalità del carattere studiato, sull’asse delle ordinate, invece, i valori delle frequenze corrispondenti alle modalità del carattere. In questo modo la barra disegnata sarà proporzionale alla frequenza della modalità corrispondente.
Vediamo il codice:





Rettangolo ridimensionabile in Visual Studio





Oggetti per la grafica e simulazione di palline in una PictureBox.

La programmazione orientata agli oggetti (Object-oriented programming (OOP)) è un modello di linguaggio di programmazione sviluppato intorno agli oggetti piuttosto che agli “eventi” e ai dati piuttosto che alla logica. Storicamente, un programma veniva visto come una procedura logica che prendeva in input una serie di dati, li processava e ne restituiva un output.


I principali oggetti grafici della Graphics Device Interface (GDI) sono il Bitmap, l’oggetto Graphics e la PictureBox.
La classe PictureBox rappresenta un controllo casella dell’immagine di Windows per la visualizzazione di un’immagine da un bitmap, da un metafile, da un’icona, da un file JPEG, GIF, o PNG; è possibile gestire e manipolare la PictureBox come una finestra (movimento, interazione con il mouse e la tastiera), con l’unica differenza che questo tipo di oggetto necessita di un oggetto che la contenga, come ad esempio un Form.
EsempioVediamo l’utilizzo delle classi con un esempio pratico implementando un codice inVB.NET.
Ciò che si vuole generare è una serie di palline che si muovono liberamente nella nostra PictureBox.
Creiamo la classe “pallina” dove verranno definiti proprietà e metodi della classe e il costruttore:
null

























Andiamo adesso a controllare gli eventi attraverso la creazione di un Gestore (Handles):
null
null

Il risultato finale che otteniamo è rappresentato nel seguente video:







Indicatori degli strumenti finanziari.




Gli indicatori tecnici e gli oscillatori sono alcuni degli strumenti principali usati per l'analisi tecnica. Esistono diversi indicatori tecnici per l'analisi e l'interpretazione dei grafici per il mercato forex. Fibonacci, RSI, MACD, Media mobile, Momentum, Media progressiva e molti altri.


GLI INDICATORI:
Indicatori di tendenza
Gli indicatori di tendenza sono comunemente tracciati come linee continue sul grafico delle quotazioni e sono spesso usati in combinazione con due o più indicatori, selezionando periodi di tempo diversi. Le medie mobili e le Bande di Bollinger sono tipici indicatori di tendenza.

 
Indicatori di forza
Gli indicatori di forza mostrano la forza della quotazione confrontando i movimenti di rialzo e ribasso dei prezzi di chiusura successivi. Per misurare il potere di mercato si determina principalmente il volume delle operazioni esistente. L’ADX è un tipico indicatore di forza.

Indicatori ciclici
Gli indicatori ciclici descrivono le fluttuazioni dei prezzi. La teoria delle onde di Elliot è una delle teorie cicliche più famose e cerca di determinare i cicli attivi e quando si verificheranno.
 
Indicatori di Momento
Gli indicatori di Momento determinano la validità di una tendenza con il passare del tempo. Il Momentum si mostra con forza quando inizia la tendenza, per poi indebolirsi quando la tendenza viene modificata.


Tra i principali indicatori e oscillatori tecnici possiamo ricordare i seguenti:
 
Indice di forza relativa
L'indice di forza relativa, o RSI, è un comune indicatore nell'analisi tecnica del mercato forex. L'RSI segue la tendenza dei prezzi ed è espresso secondo un intervallo da 0 a 100. Nel caso in cui l’ RSI sia superiore o pari a 70, lo strumento finanziario in questione è considerato ipercomprato, il che significa che il prezzo è salito più del previsto e si consiglia pertanto di procedere a una vendita. Tuttavia, se l’RSI presenta con un livello inferiore o pari a 30, ciò implica che lo strumento finanziario in questione mostra un eccesso di vendite e il prezzo è sceso, pertanto gli investitori solitamente possono acquistare a un costo inferiore.
 
Stocastico
Lo Stocastico si usa per indicare situazioni di ipercomprato o ipervenduto su una scala 0-100. Questo indicatore si basa sulla constatazione che in una tendenza rialzista i prezzi tendono a salire ai massimi della giornata. Al contrario, quando i prezzi scendono e la tendenza punta verso il basso, i prezzi tendono a chiudere ai minimi della giornata. I calcoli stocastici producono due linee, vale a dire % K e % D. Tali valori vengono impiegati per indicare le situazioni di ipercomprato e di ipervenduto. La divergenza tra le linee stocastiche e l'azione del prezzo è un chiaro segnale per il commercio forex.
 
Media mobile di convergenza/divergenza (MACD)
Questo indicatore consiste nel tracciato di due linee. La linea MACD è la differenza tra due medie mobili esponenziali e la linea di separazione. Si tratta di una media mobile esponenziale della differenza. Se le linee MACD si incrociano, essa diventa un indice di probabilità che si verifichi un cambio di tendenza.
 
Media mobile semplice (SMA)
La media mobile semplice (SMA) è il prezzo medio semplice in un periodo di tempo determinato (5 minuti, 1 ora, 1 giorno, ecc.) in cui ciascun periodo scelto assume la medesima importanza nella media. Ad esempio, utilizzando le quotazioni di chiusura della coppia di valute EUR/USD, è possibile che la coppia abbia chiuso il primo giorno a 1,4583, il secondo giorno a 1,4592, il terzo giorno a 1,4597 e il quarto giorno a 1,4599. È così che l'SMA di 4 giorni è pari a 1,4593 (la media dei quattro periodi precedenti).
 
Media mobile esponenziale (EMA)
Questo indicatore dà maggiore importanza ai prezzi più recenti rispetto alla media complessiva. Ad esempio, in un’EMA di 20 giorni, gli ultimi 10 giorni avranno più effetto sulla media rispetto ai primi 10 giorni. L'obiettivo è quello di utilizzare i dati più recenti per visualizzare meglio la tendenza.
 
Bande di Bollinger
Le bande di Bollinger sono uno strumento molto utilizzato per l'analisi tecnica nel mercato forex. Esse sono tracciate da due linee: una superiore e una inferiore alla media mobile semplice. Le bande indicano una vendita quando sono al di sopra della media mobile (o vicino alla banda superiore - mercato in ipercomprato) e indicano un acquisto quando le bande sono al di sotto della media mobile (o vicino alla banda inferiore - mercato in ipervenduto). È importante tenere conto del fatto che le bande riflettono la volatilità del prezzo. L'interpretazione di base delle Bande di Bollinger si basa sul fatto che i prezzi tendono a rimanere tra la banda superiore e quella inferiore. La caratteristica delle Bande di Bollinger è che la distanza tra le bande varia secondo la volatilità dei prezzi. In periodi di maggiore volatilità di mercato le bande saranno più ampie,mentre durante i periodi di bassa volatilità le bande si restringeranno per contenere i prezzi delle valute.
 
Indicatore SAR parabolico
Il SAR parabolico è un indicatore molto popolare usato principalmente per determinare il prezzo futuro a breve termine della tendenza di un'attività finanziaria. L'indicatore SAR parabolico consente agli operatori di determinare ordini di stop loss. Il grafico del SAR parabolico consiste in una serie di punti posizionati sopra o sotto il prezzo. I punti sono al di sotto del prezzo quando il trend tende ad essere rialzista, mentre si trovano al di sopra quando la tendenza punta verso il basso. I segnali sono generati quando la posizione dei punti cambia direzione e si trova sul lato opposto rispetto al prezzo.
 
Momentum
Il Momentum è un indicatore tecnico usato nel mercato forex per determinare le tendenze, come ad esempio nel caso del MACD. Il Momentum può essere utilizzato per misurare il tasso di variazione del prezzo e consiste nella differenza netta tra il prezzo corrente di chiusura e il prezzo di chiusura per diversi giorni in un determinato periodo. Il Momentum indica la tendenza generale seguita dai prezzi. Se l'indicatore è positivo significa che la tendenza è al rialzo, mentre se l'indicatore è negativo significa che la tendenza punta verso il basso.
 
ADX
L'indicatore ADX misura la forza o la qualità del trend e un’eventuale particolare direzione nel mercato. L'ADX si muove su una scala da 0 a 100 e presenta una linea orizzontale a livello 20. Di solito una lettura sopra il 25 è considerata direzionale. Bisogna tenere presente che l'ADX indica soltanto la forza della tendenza e non la sua direzione. Ad esempio, se il prezzo scende e l'indicatore tecnico ADX è in aumento significa che la tendenza al ribasso è significativa.
 
William %R
L'indicatore William %R mostra il prezzo corrente di chiusura rispetto agli alti e bassi degli ultimi giorni predeterminati. Il William %R è misurato su una scala da -100 negativo (punto inferiore) a 0 (punto alto). Il William %R è un indicatore di momentum che misura i livelli di ipercomprato e ipervenduto. Il William %R utilizza un periodo di 10 giorni di negoziazione e se è al di sotto di -80 è considerato ipervenduto, mentre in caso di lettura sopra -20 è considerato ipercomprato.
 
Fibonacci
 
Gli investitori che si avvalgono del modello di Fibonacci nei mercati finanziari lo utilizzano per determinare la quantità che potrebbe riaumentare o retrocedere al prezzo di una determinata attività finanziaria. Il concetto di Fibonacci prevede una serie di battute d'arresto basate su rapporti matematici derivanti da fenomeni naturali e fattori psicologici connessi ai partecipanti al mercato. Le battute d'arresto di Fibonacci ci permettono, durante lo sviluppo di una correzione di un movimento precedente, di stabilire a priori un livello di supporto o di resistenza in cui si può attendere una svolta. I livelli o rapporti di Fibonacci più popolari sono 23,6%, 38,2%, 50%, 61,8%, 100% e 161,8%. Le battute d'arresto di Fibonacci si visualizzano selezionando due punti estremi di un grafico. Di solito si applicano alle sezioni in cui il mercato ha mostrato una tendenza e vengono utilizzate per individuare i livelli ai quali il prezzo, mentre cade, "rimbalza" per riprendere la stessa tendenza.

Conversione e lettura di un file .CSV con Visual Basic di dati finanziari

Per convertire e  leggere un file .cvs innanzitutto bisogna definire la classe Streamreader.

CLASSE STREAMREADER:Implementa un oggetto TextReader che legge i caratteri da un flusso di byte in una particolare codifica.
Per esaminare il codice sorgente di .NET Framework per questo tipo, vedere il Reference Source.
Spazio dei nomi:   System.IO
Assembly:  mscorlib (in mscorlib.dll)

Sintassi: 
C#         

[SerializableAttribute]
[ComVisibleAttribute(true)]
public class StreamReader : TextReader

VB
<SerializableAttribute>
<ComVisibleAttribute(True)>
Public Class StreamReader
 Inherits TextReader

Procedura: leggere il file di dati storici con  StreamReader (Visual Basic)

Considero la seguente tabella di dati storici utilizzata a lezione:
Il codice è:


Imports System
Imports System.IO
Imports Microsoft.VisualBasic
 
Public Class Form1
 
 
    Private Sub Form1_Load(ByVal sender As System.Object, ByVal e As System.EventArgs) Handles MyBase.Load
 
        Dim stream As FileStream
        Dim rstream As StreamReader
        Dim wstream As StreamWriter
        Dim lines(10) As String
        Dim i, y As Integer
 
        i = 0
 
        stream = New FileStream("C:\prova.txt", FileMode.Open, FileAccess.ReadWrite)
        rstream = New StreamReader(stream)
        wstream = New StreamWriter(stream)
 
 
        'leggo il file e salvol ongi linea nell'array lines
        While Not rstream.EndOfStream
            lines(i) = rstream.ReadLine()
            i = i + 1
        End While
        'rstream.Close()
 
        'sostituisco il 3o elemento dell'array con la frase di programmazione
        lines(2) = "di programmazione"
 
        'scrivo dall'inizio del file
        stream.Position = 0
        For y = 0 To i - 1
            wstream.WriteLine(lines(y))
        Next
 
        wstream.Close()
        stream.Close()
    End Sub
End Class
Se andiamo ad usare una RichTextBox avremo:


giovedì 10 marzo 2016

La finanza nel lungo periodo

Con il termine “sistema di trading”, ci si riferisce a una metodologia rigorosamente definita, che utilizza determinate regole per decidere quando comprare o quando vendere su un certo mercato. Lo scopo del sistema di trading è quello di generare una strategia che sia nel medio lungo periodo profittevole per l’investitore.
E’ importante sottolineare che un sistema di trading non è uno strumento previsivo. Si può pensare ad esso come al lancio di una moneta: 50% di probabilità di vincita e 50% di probabilità di perdita. Se però il sistema fosse studiato in modo tale da produrre nel tempo, e sulla base di un suo uso ripetuto, perdite limitate e vincite ampie, il risultato nel medio-lungo periodo risulterebbe interessante. In ogni caso, il sistema non avrebbe alcuna capacità previsiva anche se risultasse profittevole. Da questa considerazione discende un importante verità del trading: per guadagnare è sufficiente, ma non necessario, prevedere l’andamento futuro dei prezzi.
Un trading plan quindi è l’insieme di una serie di regole che definiscono il “come” e il “quando” un trader piazzerà i propri ordini. Un trading plan, dunque, si compone di elementi che descrivono l’attività di un trader. Ai trader non è imposto alcun limite sulla tipologia di mercato sul quale operare; la cosa importante,però, è che gli strumenti utilizzati per creare la strategia godano di buona liquidità e volatilità.
La liquidità descrive l’abilità di eseguire ordini, cioè è relativo alla facilità con la quale i titoli possono essere acquistati e venduti.
La liquidità si misura in termini di:
  • Ampiezza: quant’è stretto lo spread bid/ask
    [Nota: cosa è lo spread bid/ask? E’ la differenza tra il prezzo bid (denaro) e il prezzo ask (lettera) praticato da un commerciante. Il prezzo bid è il prezzo al quale il negoziante è disposto ad acquistare uno strumento finanziario. Il prezzo ask è quello al quale il negoziante è disposto a vendere uno strumento finanziario.]
  • Profondità: quant’è profondo il mercato, cioè quanti ordini rimangono fuori dal best price
  • Immediatezza: quanto velocemente può essere eseguito un grande ordine
  • Elasticità: quanto impiega il mercato a tornare indietro dopo l’esecuzione di un ordine molto grande
I mercati che godono di buona liquidità tendono ad avere piccoli spread bid/ask e una buona profondità perché i trade vengano eseguiti velocemente. La liquidità è un fattore estremamente importante per i trader perché assicura che gli ordini vengano completati e senza imponenti variazioni di prezzo.
La volatilità, invece, misura la quantità e la velocità con la quale il prezzo di un mercato si muove al rialzo, o al ribasso. La volatilità è spesso vista come un’opportunità di trarre profitto dal cambiamento di prezzo. Qualsiasi cambiamento di prezzo crea un’opportunità di guadagno: sia esso un aumento in fase di uptrend, o un calo in fase di downtrend. Diversamente, se il prezzo rimane invariato è difficile trarre profitto.
Il codice seguente, realizzato in VB.NET, implementa una strategia di trading basata sulle Bande di Bollinger. Dal punto di vista operativo, le Bande di Bollinger danno segnali di acquisto o vendita a seconda se la serie dei prezzi incontra la banda inferiore o superiore. Dal momento che la serie storica tocca la bande inferiore abbiamo un segnale di acquisto; viceversa quando incontra quella superiore il segnale sarà di vendita.


La “Danarosità” delle Opzioni
Il profitto o la perdita a scadenza connessi all’utilizzo delle opzioni dipendono dal superamento al rialzo (per la call) o al ribasso (per la put) del prezzo di esercizio da parte delle quotazioni del sottostante. L’opzione call a scadenza, ad esempio, non avrà alcun valore se il prezzo del sottostante sarà inferiore allo strike: il suo possessore avrà più convenienza ad acquistare il sottostante sul mercato e, di conseguenza, l’opzione non verrà esercitata.
Per opzione “at the money” (ATM) si intende quella per cui il prezzo di esercizio è uguale al prezzo corrente dell’attività sottostante.
Per opzione “in the money” (ITM) si intende quella per cui il prezzo di esercizio è inferiore (call) / superiore (put) al prezzo corrente dell’attività sottostante.
Per opzione “out of the money” (OTM) si intende quella per cui il prezzo di esercizio è superiore (call) / inferiore (put) al prezzo dell’attività sottostante.
Valori del sottostante inferiori al prezzo di esercizio (put ITM) comporteranno un profitto e quindi l’esercizio del diritto da parte del possessore dell’opzione a vendere ad un prezzo superiore a quello di mercato; se il sottostante avrà un prezzo di mercato superiore allo strike, invece, (put OTM) l’opzione non sarà esercitata. Nel caso della call avviene l’esatto contrario: un prezzo del sottostante maggiore dello strike comporterà profitto e quindi l’esercizio del diritto ad acquistare (call ITM); viceversa, per valori del sottostante inferiori allo strike, la call (OTM) non sarà esercitata.
Alla scadenza, un’opzione ITM è dunque quella che riconosce un profitto se esercitata: il valore di questo profitto è il
cosiddetto valore intrinseco dell’opzione il quale rappresenta la componente più importante del prezzo di un’opzione in the money prossima alla scadenza. 

Contango indica quindi una situazione in cui i prezzi futuri sono superiori al prezzo spot corrente, per cui la curva forward si inclina verso l'alto. Avvicinandosi alla data di scadenza del contratto, il differenziale tra il prezzo spot e il prezzo futuro si riduce, quindi la curva tenderà a convergere di nuovo verso il prezzo spot.
La curva forward "invertita" ha invece i prezzi delle scadenze vicine piu’ alti di quelli delle scadenze lontane (backwardation).
Backwardation indica una situazione in cui i prezzi forward sono inferiori al prezzo spot corrente, per cui la curva forward si inclina verso il basso. Man mano che ci avviciniamo alla data di scadenza del contratto, il differenziale tra il prezzo spot e il prezzo futuro si riduce, quindi la curva convergerà di nuovo verso il prezzo spot.
Situazioni di mercato:
  1. quando domanda e offerta sono bilanciate i mercati sono normali (contango);
  2. quando la domanda è debole e l’offerta è eccessiva i mercati tendono ad amplificare il contango;
  3. nel caso di eccesso di domanda i mercati tendono a ridurre il contango fino addirittura ad invertire la curva portandola in backwardation. La curva di backwardation è potenzialmente illimitata, ovvero il differenziale tra il prezzo della scadenza vicina e quello della scadenza lontana tende "teoricamente" all’infinito.

La forma della curva dei futures è importante per gli speculatori e gli investitori che desiderano coprirsi dai rischi acquistando le materie prime, poiché fornisce importanti informazioni sullo stato in cui si trova la materia prima sul mercato, sia nel momento attuale sia nei mesi a venire. Uno stato di backwardation, per esempio, può suggerire una scarsità della fornitura attuale che spinge il prezzo corrente al rialzo, oppure la previsione di un'abbondante fornitura futura che causerà la discesa del prezzo futuro.





STRATEGIE DI INVESTIMENTO CON LE OPZIONI

Bid Ask Spread: la misura della liquidità.

Il Bid Ask Spread è la differenza tra il BID (il prezzo più alto che un compratore è disposto ad offrire per quel titolo) e l’ASK (il prezzo più basso a cui un venditore è disposto a vendere un titolo).
Nel paese delle meraviglie comprerò sul bid e venderò sull’ask ma purtroppo, nella realtà di tutti i giorni, ciò non accade.
Più probabile sarà ottenere un prezzo vicino al MARK (prezzo medio tra Bid e Ask).

Il Bid Ask Spread può essere considerato un costo vero e proprio per il trader in opzioni ovvero il guadagno minimo che dobbiamo realizzare per andare in pareggio (break even).
Ecco perché:
Più il Bid Ask Spread è stretto, più il sottostante è liquido, meno sarà il costo che dovremo pagare per aprire il nostro trade.
Di contro, forzando l’ingresso su sottostanti poco liquidi, con Bid Ask Spread ampi, il rischio sarà di:
  1. fare fatica ad entrare in posizione ad un prezzo ragionevole
  2. partire già in perdita
  3. avere difficoltà nel chiudere il trade
Opzioni
Cosa sono?
Le opzioni sono contratti finanziari che danno al compratore il diritto, ma non l’obbligo, di acquistare una data quantità di una attività finanziaria sottostante (titoli, indici, valute, etc...) ad un determinato prezzo di esercizio chiamato “strike” ad una data specifica o entro tale data. Nel caso in cui l’opzione possa essere esercitata solo alla scadenza avremo le cosiddette opzioni “europee”, mentre le opzioni “americane” danno al possessore la possibilità di esercizio in qualunque momento entro la data di scadenza. 


Opzione Call
Garantisce al possessore il diritto di ricevere a scadenza (o entro la scadenza) e ad un prezzo prefissato il sottostante, oppure, quando non possibile (ad esempio per opzioni su indici), il corrispettivo in denaro. Ovviamente l’esercizio avrà senso solo se il prezzo del sottostante sarà superiore allo strike ed il profitto realizzato sarà pari alla differenza tra il prezzo di mercato e lo strike.
Il grafico sintetizza il profilo di profitti e perdite connesso con all’uso di opzioni call. L’asse orizzontale indica il prezzo del sottostante: verso destra vi è un aumento dei prezzi; verso sinistra, ovvero verso l’origine degli assi, i prezzi si riducono.



L’asse verticale indica invece i profitti (o le perdite) dell’acquirente dell’opzione. Come già detto, l’opzione acquisirà valore solo se il prezzo di mercato del sottostante sarà maggiore del prezzo di esercizio. Dal momento che l’acquisto della call ha un costo (ovvero il premio che si deve riconoscere a chi scrive l’opzione, a chi cioè accetta di garantire all’acquirente il diritto di acquistare il sottostante al prezzo prefissato), il grafico del payoff della call origina nel quadrante negativo. In caso di ribasso dei prezzi, il valore della call tenderà a zero e la massima perdita che l’investitore sosterrà sarà il premio pagato. Questo strumento risulta ottimo per coloro i quali vogliono scommettere sul rialzo del mercato senza correre il rischio, in caso di ribasso, di subire le perdite in conto capitale connesse al possesso diretto del sottostante. È utile anche per gli investitori che desiderano acquistare il titolo sottostante, ma vogliono differire nel tempo le uscite finanziarie che l’acquisto diretto del titolo comporterebbe. 

Opzione Put
Garantisce al possessore il diritto di vendere a scadenza il sottostante ad un prezzo prefissato. In questo caso, l’esercizio avrà senso solo se il prezzo del sottostante sarà inferiore allo strike; il profitto realizzato ammonterà alla differenza tra lo strike e il prezzo di mercato.
 La Put è uno strumento che permette di guadagnare se il mercato scende. Il compratore di opzioni put vuole scommettere sul ribasso del mercato senza i costi connessi con lo “short selling” (vendita allo scoperto, cioè di titoli che non si possiedono) né le perdite subite se il mercato va in direzione opposta a quella sperata (se i titoli si apprezzano sarà oneroso ricoprirsi).
 Inoltre, la put è spesso utilizzata da chi desidera proteggere il proprio portafoglio dai ribassi del mercato. Acquistare un titolo e la relativa put permette di ottenere i guadagni in conto capitale sul titolo in caso di mercato crescente e al tempo stesso di evitare di perdere se il mercato dovesse decrescere. Infatti, in questo secondo caso, le perdite sul titolo verrebbero bilanciate dall’apprezzamento dell’opzione; la massima perdita verrebbe comunque limitata al valore dello strike, ovvero al valore a cui il detentore della put ha il diritto di vendere i suoi titoli.
Questa strategia, chiamata “put protective strategy”, è utilizzata per evitare che il portafoglio scenda sotto una soglia minima ed è una sorta di assicurazione contro il ribasso con un costo pari al premio pagato per l’acquisto della put. Da notare che lo stesso profitti/perdite di ritorni si avrebbe con l’acquisto di un’opzione call con sottostante, strike e scadenza uguali.
In sintesi, le posizioni “lunghe” sulle opzioni consentono di prendere posizione scommettendo sul rialzo o sul ribasso del mercato con la possibilità di guadagno illimitato ed il rischio di una perdita limitata al prezzo del premio pagato.
Ma qual è il profilo di perdite e profitti per il venditore delle opzioni?
Bisogna sottolineare che, mentre l’acquirente di opzioni a scadenza (o entro la scadenza per le opzioni americane) ha la facoltà di non esercitare il diritto (e da qui deriva il limite alle perdite che si possono subire), il venditore ha sempre l’obbligo di onorare l’impegno che l’opzione che ha scritto prevede.

Il profitto fisso iniziale (il premio incassato) va diminuendo all’aumentare del prezzo del sottostante: il venditore dell’opzione spera dunque che il mercato resti fermo o cali. A fronte di un profitto immediato limitato, la perdita è potenzialmente illimitata.
In questo caso, invece, l’erosione del premio iniziale incassato si ha se il prezzo del sottostante cala: il massimo profitto si avrà se il prezzo resterà costante o salirà. Anche per il venditore della put il profitto sarà limitato, mentre la perdita “quasi” illimitata (il sottostante non può infatti assumere valore negativo e dunque la massima perdita si avrà se questo varrà zero).
L’assunzione di una posizione corta in opzioni ha un profilo di rischio superiore all’equivalente posizione lunga. Per questo motivo, molto spesso la vendita di questi strumenti viene associata alla compravendita di altre attività finanziarie (ad esempio azioni, ETF, future e opzioni su indici e su azioni) al fine di realizzare strategie di investimento più articolate le quali possono perseguire finalità differenti come, ad esempio, la copertura della posizione in azioni o in derivati, l’incremento della performance del portafoglio o la pura speculazione. 

Fonte: opuscolo conoscere la borsa di La Banca d'Italia.



Le opzioni sono contratti finanziari che danno al compratore il diritto, ma non l’obbligo, di acquistare una data quantità di una attività finanziaria sottostante (titoli, indici, valute etc...) ad un determinato prezzo di esercizio chiamato “strike” ad una data specifica o entro tale data. Nel caso in cui l’opzione possa essere esercitata solo alla scadenza avremo opzioni cosiddette “europee”, mentre le opzioni “americane” danno al possessore la possibilità di esercizio in qualunque momento entro la data di scadenza.

Opzione Call
Garantisce al possessore il diritto di ricevere a scadenza (o entro la scadenza) e ad un prezzo prefissato il sottostante, oppure quando non possibile (ad esempio per opzioni su indici) il corrispettivo in denaro. Ovviamente l’esercizio avrà senso solo se il prezzo del sottostante sarà superiore allo strike ed il profitto realizzato sarà pari alla differenza tra il prezzo di mercato e lo strike.
g1
 
Il grafico sintetizza il profilo di profitti e perdite connesso con l’uso di opzioni call. L’asse orizzontale del grafico indica il prezzo del sottostante: verso destra vi è un aumento di prezzo, verso sinistra, cioè verso l’origine degli assi, i prezzi calano.
L’asse verticale indica invece i profitti (o le perdite) dell’acquirente dell’opzione. Come già detto l’opzione acquisirà senso solo se il prezzo di mercato del sottostante sarà maggiore del prezzo di esercizio. Dal momento che l’acquisto della call ha un costo (è il premio che si deve concedere a chi scrive l’opzione, a chi cioè accetta di garantire all’acquirente il diritto di acquistare il sottostante al prezzo prefissato) il grafico del payoff della call ha partenza in territorio negativo. In caso di ribasso dei prezzi, il valore della call tenderà a zero e la massima perdita che l’investitore sosterrà sarà il premio pagato.
Questo strumento risulta ottimo per coloro i quali vogliono scommettere sul rialzo del mercato senza correre il rischio - in caso di ribasso - di subire le perdite in conto capitale connesse con il possesso diretto del sottostante. È utile anche per gli investitori che desiderano acquistare il titolo sottostante, ma vogliono differire nel tempo le uscite finanziarie che l’acquisto diretto del titolo comporterebbe.
Opzione Put
Garantisce al possessore il diritto di vendere a scadenza il sottostante ad un prezzo prefissato. In questo caso l’esercizio avrà senso solo se il prezzo del sottostante sarà inferiore allo strike; il profitto realizzato ammonterà alla differenza tra lo strike e il prezzo di mercato.
g2

La Put è uno strumento che permette di guadagnare se il mercato scende. Il compratore di opzioni put vuole scommettere sul ribasso del mercato senza i costi connessi con lo “short selling” (vendita allo scoperto, cioè di titoli che non si possiedono) né le perdite subite se il mercato va in direzione opposta a quella sperata (se i titoli si apprezzano sarà oneroso ricoprirsi).
Inoltre la put è spesso utilizzata da chi desidera proteggere il proprio portafoglio da ribassi del mercato. Acquistare un titolo e la relativa una put garantisce di ottenere i guadagni in conto capitale sul titolo in caso di mercato in salita e al tempo stesso di evitare di perdere se il mercato dovesse scendere. Infatti in questo secondo caso le perdite sul titolo verrebbero bilanciate dall’apprezzamento dell’opzione; la massima perdita verrebbe comunque limitata al valore dello strike, ovvero al valore a cui il detentore della put ha il diritto di vendere i suoi titoli.
Questa strategia, chiamata “put protective strategy” è utilizzata per evitare che il portafoglio scenda sotto una soglia minima, è una sorta di assicurazione contro il ribasso con un costo pari al premio pagato per l’acquisto della put. Da notare che lo stesso profilo di ritorni si avrebbe con l’acquisto di un’opzione call con sottostante, strike e scadenza uguali.
In sintesi, le posizioni “lunghe” sulle opzioni consentono di prendere posizione scommettendo sul rialzo o sul ribasso del mercato con la possibilità di guadagno illimitato ed il rischio di una perdita limitata al prezzo del premio pagato.
Ma qual è il profilo di perdite e profitti per il venditore delle opzioni?
Bisogna sottolineare che mentre l’acquirente di opzioni a scadenza (o entro la scadenza per le opzioni americane) ha la facoltà di non esercitare il diritto (e da qui deriva il limite alle perdite che si possono subire) il venditore ha sempre l’obbligo di onorare l’impegno che l’opzione che ha scritto prevede.
Nel caso del venditore di una call, il payoff sarà il seguente:

imm3

Il profitto fisso iniziale (il premio incassato) va diminuendo all’aumentare del prezzo del sottostante: il venditore dell’opzione spera dunque che il mercato resti fermo o cali. A fronte di un profitto immediato limitato, la perdita è potenzialmente illimitata.
Nel caso della put:
im4
In questo caso, invece, l’erosione del premio iniziale incassato si ha se il prezzo del sottostante cala: il massimo profitto si avrà se il prezzo resterà costante o salirà. Anche per il venditore della put il profitto sarà limitato, mentre la perdita “quasi” illimitata (il sottostante non può infatti assumere valore negativo, la massima perdita si avrà se questo varrà zero).
L’assunzione di una posizione cortaGlossario in opzioni ha un profilo di rischio certamente superiore alla medesima operazione ma in posizione lungaGlossario, ed è per questo che molto spesso la vendita di questi strumenti viene associata alla compravendita di altre attività finanziarie (ad esempio azioni, ETF, future e opzioni  su indici e su azioni) per realizzare strategie di investimento più articolate e che possono perseguire finalità differenti, come ad esempio la copertura della posizione in azioni o in derivati, l’incremento della performance del portafoglio o la pura speculazione.