giovedì 10 marzo 2016

STRATEGIE DI INVESTIMENTO CON LE OPZIONI

Bid Ask Spread: la misura della liquidità.

Il Bid Ask Spread è la differenza tra il BID (il prezzo più alto che un compratore è disposto ad offrire per quel titolo) e l’ASK (il prezzo più basso a cui un venditore è disposto a vendere un titolo).
Nel paese delle meraviglie comprerò sul bid e venderò sull’ask ma purtroppo, nella realtà di tutti i giorni, ciò non accade.
Più probabile sarà ottenere un prezzo vicino al MARK (prezzo medio tra Bid e Ask).

Il Bid Ask Spread può essere considerato un costo vero e proprio per il trader in opzioni ovvero il guadagno minimo che dobbiamo realizzare per andare in pareggio (break even).
Ecco perché:
Più il Bid Ask Spread è stretto, più il sottostante è liquido, meno sarà il costo che dovremo pagare per aprire il nostro trade.
Di contro, forzando l’ingresso su sottostanti poco liquidi, con Bid Ask Spread ampi, il rischio sarà di:
  1. fare fatica ad entrare in posizione ad un prezzo ragionevole
  2. partire già in perdita
  3. avere difficoltà nel chiudere il trade
Opzioni
Cosa sono?
Le opzioni sono contratti finanziari che danno al compratore il diritto, ma non l’obbligo, di acquistare una data quantità di una attività finanziaria sottostante (titoli, indici, valute, etc...) ad un determinato prezzo di esercizio chiamato “strike” ad una data specifica o entro tale data. Nel caso in cui l’opzione possa essere esercitata solo alla scadenza avremo le cosiddette opzioni “europee”, mentre le opzioni “americane” danno al possessore la possibilità di esercizio in qualunque momento entro la data di scadenza. 


Opzione Call
Garantisce al possessore il diritto di ricevere a scadenza (o entro la scadenza) e ad un prezzo prefissato il sottostante, oppure, quando non possibile (ad esempio per opzioni su indici), il corrispettivo in denaro. Ovviamente l’esercizio avrà senso solo se il prezzo del sottostante sarà superiore allo strike ed il profitto realizzato sarà pari alla differenza tra il prezzo di mercato e lo strike.
Il grafico sintetizza il profilo di profitti e perdite connesso con all’uso di opzioni call. L’asse orizzontale indica il prezzo del sottostante: verso destra vi è un aumento dei prezzi; verso sinistra, ovvero verso l’origine degli assi, i prezzi si riducono.



L’asse verticale indica invece i profitti (o le perdite) dell’acquirente dell’opzione. Come già detto, l’opzione acquisirà valore solo se il prezzo di mercato del sottostante sarà maggiore del prezzo di esercizio. Dal momento che l’acquisto della call ha un costo (ovvero il premio che si deve riconoscere a chi scrive l’opzione, a chi cioè accetta di garantire all’acquirente il diritto di acquistare il sottostante al prezzo prefissato), il grafico del payoff della call origina nel quadrante negativo. In caso di ribasso dei prezzi, il valore della call tenderà a zero e la massima perdita che l’investitore sosterrà sarà il premio pagato. Questo strumento risulta ottimo per coloro i quali vogliono scommettere sul rialzo del mercato senza correre il rischio, in caso di ribasso, di subire le perdite in conto capitale connesse al possesso diretto del sottostante. È utile anche per gli investitori che desiderano acquistare il titolo sottostante, ma vogliono differire nel tempo le uscite finanziarie che l’acquisto diretto del titolo comporterebbe. 

Opzione Put
Garantisce al possessore il diritto di vendere a scadenza il sottostante ad un prezzo prefissato. In questo caso, l’esercizio avrà senso solo se il prezzo del sottostante sarà inferiore allo strike; il profitto realizzato ammonterà alla differenza tra lo strike e il prezzo di mercato.
 La Put è uno strumento che permette di guadagnare se il mercato scende. Il compratore di opzioni put vuole scommettere sul ribasso del mercato senza i costi connessi con lo “short selling” (vendita allo scoperto, cioè di titoli che non si possiedono) né le perdite subite se il mercato va in direzione opposta a quella sperata (se i titoli si apprezzano sarà oneroso ricoprirsi).
 Inoltre, la put è spesso utilizzata da chi desidera proteggere il proprio portafoglio dai ribassi del mercato. Acquistare un titolo e la relativa put permette di ottenere i guadagni in conto capitale sul titolo in caso di mercato crescente e al tempo stesso di evitare di perdere se il mercato dovesse decrescere. Infatti, in questo secondo caso, le perdite sul titolo verrebbero bilanciate dall’apprezzamento dell’opzione; la massima perdita verrebbe comunque limitata al valore dello strike, ovvero al valore a cui il detentore della put ha il diritto di vendere i suoi titoli.
Questa strategia, chiamata “put protective strategy”, è utilizzata per evitare che il portafoglio scenda sotto una soglia minima ed è una sorta di assicurazione contro il ribasso con un costo pari al premio pagato per l’acquisto della put. Da notare che lo stesso profitti/perdite di ritorni si avrebbe con l’acquisto di un’opzione call con sottostante, strike e scadenza uguali.
In sintesi, le posizioni “lunghe” sulle opzioni consentono di prendere posizione scommettendo sul rialzo o sul ribasso del mercato con la possibilità di guadagno illimitato ed il rischio di una perdita limitata al prezzo del premio pagato.
Ma qual è il profilo di perdite e profitti per il venditore delle opzioni?
Bisogna sottolineare che, mentre l’acquirente di opzioni a scadenza (o entro la scadenza per le opzioni americane) ha la facoltà di non esercitare il diritto (e da qui deriva il limite alle perdite che si possono subire), il venditore ha sempre l’obbligo di onorare l’impegno che l’opzione che ha scritto prevede.

Il profitto fisso iniziale (il premio incassato) va diminuendo all’aumentare del prezzo del sottostante: il venditore dell’opzione spera dunque che il mercato resti fermo o cali. A fronte di un profitto immediato limitato, la perdita è potenzialmente illimitata.
In questo caso, invece, l’erosione del premio iniziale incassato si ha se il prezzo del sottostante cala: il massimo profitto si avrà se il prezzo resterà costante o salirà. Anche per il venditore della put il profitto sarà limitato, mentre la perdita “quasi” illimitata (il sottostante non può infatti assumere valore negativo e dunque la massima perdita si avrà se questo varrà zero).
L’assunzione di una posizione corta in opzioni ha un profilo di rischio superiore all’equivalente posizione lunga. Per questo motivo, molto spesso la vendita di questi strumenti viene associata alla compravendita di altre attività finanziarie (ad esempio azioni, ETF, future e opzioni su indici e su azioni) al fine di realizzare strategie di investimento più articolate le quali possono perseguire finalità differenti come, ad esempio, la copertura della posizione in azioni o in derivati, l’incremento della performance del portafoglio o la pura speculazione. 

Fonte: opuscolo conoscere la borsa di La Banca d'Italia.



Le opzioni sono contratti finanziari che danno al compratore il diritto, ma non l’obbligo, di acquistare una data quantità di una attività finanziaria sottostante (titoli, indici, valute etc...) ad un determinato prezzo di esercizio chiamato “strike” ad una data specifica o entro tale data. Nel caso in cui l’opzione possa essere esercitata solo alla scadenza avremo opzioni cosiddette “europee”, mentre le opzioni “americane” danno al possessore la possibilità di esercizio in qualunque momento entro la data di scadenza.

Opzione Call
Garantisce al possessore il diritto di ricevere a scadenza (o entro la scadenza) e ad un prezzo prefissato il sottostante, oppure quando non possibile (ad esempio per opzioni su indici) il corrispettivo in denaro. Ovviamente l’esercizio avrà senso solo se il prezzo del sottostante sarà superiore allo strike ed il profitto realizzato sarà pari alla differenza tra il prezzo di mercato e lo strike.
g1
 
Il grafico sintetizza il profilo di profitti e perdite connesso con l’uso di opzioni call. L’asse orizzontale del grafico indica il prezzo del sottostante: verso destra vi è un aumento di prezzo, verso sinistra, cioè verso l’origine degli assi, i prezzi calano.
L’asse verticale indica invece i profitti (o le perdite) dell’acquirente dell’opzione. Come già detto l’opzione acquisirà senso solo se il prezzo di mercato del sottostante sarà maggiore del prezzo di esercizio. Dal momento che l’acquisto della call ha un costo (è il premio che si deve concedere a chi scrive l’opzione, a chi cioè accetta di garantire all’acquirente il diritto di acquistare il sottostante al prezzo prefissato) il grafico del payoff della call ha partenza in territorio negativo. In caso di ribasso dei prezzi, il valore della call tenderà a zero e la massima perdita che l’investitore sosterrà sarà il premio pagato.
Questo strumento risulta ottimo per coloro i quali vogliono scommettere sul rialzo del mercato senza correre il rischio - in caso di ribasso - di subire le perdite in conto capitale connesse con il possesso diretto del sottostante. È utile anche per gli investitori che desiderano acquistare il titolo sottostante, ma vogliono differire nel tempo le uscite finanziarie che l’acquisto diretto del titolo comporterebbe.
Opzione Put
Garantisce al possessore il diritto di vendere a scadenza il sottostante ad un prezzo prefissato. In questo caso l’esercizio avrà senso solo se il prezzo del sottostante sarà inferiore allo strike; il profitto realizzato ammonterà alla differenza tra lo strike e il prezzo di mercato.
g2

La Put è uno strumento che permette di guadagnare se il mercato scende. Il compratore di opzioni put vuole scommettere sul ribasso del mercato senza i costi connessi con lo “short selling” (vendita allo scoperto, cioè di titoli che non si possiedono) né le perdite subite se il mercato va in direzione opposta a quella sperata (se i titoli si apprezzano sarà oneroso ricoprirsi).
Inoltre la put è spesso utilizzata da chi desidera proteggere il proprio portafoglio da ribassi del mercato. Acquistare un titolo e la relativa una put garantisce di ottenere i guadagni in conto capitale sul titolo in caso di mercato in salita e al tempo stesso di evitare di perdere se il mercato dovesse scendere. Infatti in questo secondo caso le perdite sul titolo verrebbero bilanciate dall’apprezzamento dell’opzione; la massima perdita verrebbe comunque limitata al valore dello strike, ovvero al valore a cui il detentore della put ha il diritto di vendere i suoi titoli.
Questa strategia, chiamata “put protective strategy” è utilizzata per evitare che il portafoglio scenda sotto una soglia minima, è una sorta di assicurazione contro il ribasso con un costo pari al premio pagato per l’acquisto della put. Da notare che lo stesso profilo di ritorni si avrebbe con l’acquisto di un’opzione call con sottostante, strike e scadenza uguali.
In sintesi, le posizioni “lunghe” sulle opzioni consentono di prendere posizione scommettendo sul rialzo o sul ribasso del mercato con la possibilità di guadagno illimitato ed il rischio di una perdita limitata al prezzo del premio pagato.
Ma qual è il profilo di perdite e profitti per il venditore delle opzioni?
Bisogna sottolineare che mentre l’acquirente di opzioni a scadenza (o entro la scadenza per le opzioni americane) ha la facoltà di non esercitare il diritto (e da qui deriva il limite alle perdite che si possono subire) il venditore ha sempre l’obbligo di onorare l’impegno che l’opzione che ha scritto prevede.
Nel caso del venditore di una call, il payoff sarà il seguente:

imm3

Il profitto fisso iniziale (il premio incassato) va diminuendo all’aumentare del prezzo del sottostante: il venditore dell’opzione spera dunque che il mercato resti fermo o cali. A fronte di un profitto immediato limitato, la perdita è potenzialmente illimitata.
Nel caso della put:
im4
In questo caso, invece, l’erosione del premio iniziale incassato si ha se il prezzo del sottostante cala: il massimo profitto si avrà se il prezzo resterà costante o salirà. Anche per il venditore della put il profitto sarà limitato, mentre la perdita “quasi” illimitata (il sottostante non può infatti assumere valore negativo, la massima perdita si avrà se questo varrà zero).
L’assunzione di una posizione cortaGlossario in opzioni ha un profilo di rischio certamente superiore alla medesima operazione ma in posizione lungaGlossario, ed è per questo che molto spesso la vendita di questi strumenti viene associata alla compravendita di altre attività finanziarie (ad esempio azioni, ETF, future e opzioni  su indici e su azioni) per realizzare strategie di investimento più articolate e che possono perseguire finalità differenti, come ad esempio la copertura della posizione in azioni o in derivati, l’incremento della performance del portafoglio o la pura speculazione.


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